lunedì 10 settembre 2007

Il discendente di Fava ritorna ad Amantea dopo l'esilio della sua famiglia 200 anni fà


Scritto da Giuseppe Marchese & Roberto Musì per Amantea.net, lì mercoledì, 05 settembre 2007 22:53



E' giunto in questi giorni nella nostra città il barone dott. Alberto Fava, ultimo discendente di quell’antica famiglia che si distinse per la fiera opposizione verso i francesi nel 1807, quando dopo la resa della città di Amantea, furono costretti a scegliere la via dell’esilio e l’umiliazione della confisca dei loro beni. Era stata donna Laura Procida Stocchi, moglie di Giulio Cesare Fava, ad impugnare addirittura le armi contro le truppe napoleoniche, “che iva a cavallo, scrive il Padula, con i suoi torrieri e mugnai” nell’inutile tentativo di combattere un nemico decisamente più forte.
Il barone don Alberto ci ha abbondantemente edotti sulle amare conseguenze dell’allontanamento della famiglia dalla città dopo quei tristissimi eventi all’indomani della totale occupazione del regno da parte dei francesi e del breve periodo murattiano quando molti aristocratici borbonici (1810-1815) si sottomisero ai nuovi padroni. Giulio Cesare Fava non si prestò a tutto questo e fu imprigionato in un carcere militare a Compeian sulle Alpi, la moglie donna Laura si rinchiuse fra le mura di un convento di monache a Cosenza, mentre il povero padre Daniele, “che fu spettatore di tanta ruina”, probabilmente morì di lì a poco in Amantea.
Con la Restaurazione del 1815 ed i Borbone a Napoli, antica capitale del Regno, ritornato ad essere di nuovo Regno delle Due Sicilie, i Fava, che intanto avevano preso stanza a Salerno, furono dai Borbone, reintegrati nel novero delle famiglie di antico lignaggio e forse spostarono al loro residenza a Napoli. Qui un Francesco Saverio, giovane di sicuro talento letterario e poi abile diplomatico alla corte di Vienna, prevalse in seguito, sempre nella carriera diplomatica, questa volta con i Savoia, dopo l’unità, come primo ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti nel 1893.
Noi ci siamo chiesti perché dopo la Restaurazione i Fava non ritornarono in Amantea per riprendere possesso dei loro beni confiscati. Sembra che un Bartolomeo della stessa famiglia, ma non sappiamo di qual ramo, giurò fedeltà a Murat e poi subito dopo agli stessi Borbone, ritornati dopo il Congresso di Vienna. Questo probabilmente pose una pesante ipoteca su di un possibile ritorno in Amantea dei Fava della famosa donna Laura, i cui discendenti si erano intanto sistemati tra Salerno e Napoli. A confermare parte di questo nostro discorso due sono gli stemmi della famiglia, completamente diversi fra loro e che volentieri lasciamo agli studiosi di araldica i quali avranno ancora molto da dire.
Proveniente da Torino e accompagnato dalla sua gentile signora, la dott.ssa Maria Aurelia Camilli-Giammei, il barone don Alberto è stato ospite, per pochi giorni, del Priore della Confraternita dei Nobili o dell’Immacolata di Amantea, arch. Gregorio Carratelli. Nella nostra città i signori Fava hanno trascorso due splendide giornate in cui hanno visitato il centro storico, dove hanno sostato presso il “Largo Fava” di antica ubicazione.
Prima della partenza, caloroso è stato l’incontro con due responsabili della Consulta Storica della Città di Amantea, il presidente Peppe Marchese ed il vice Roberto Musì, con i quali don Alberto e signora hanno conversato amabilmente di molti argomenti. Si è parlato soprattutto e diffusamente dei molti documenti che il barone sta raccogliendo per la preparazione di una sua biografia sull’Ambasciatore Francesco Saverio Fava che ha intenzione di portare a termine al più presto.
Tra le molte cose dette e scambiate, abbiamo chiesto al barone che quando deciderà di pubblicare il suo libro sull’Ambasciatore ci farebbe tantissimo piacere se la presentazione avvenisse ad Amantea; al che subito il barone si è detto orgoglioso di poterlo fare. Presenti all’incontro l’architetto Gregorio Carratelli e l’amico Turillo Amendola, testimoni di tanto evento.
Dopo duecento anni l’antica famiglia Fava, nella persona di un illustre signore qual è il barone Alberto Fava di Pino Torinese (TO) e consorte, ritorna nella sua città che lo ha accolto con i più chiari segni dell’amicizia e della simpatia.

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